L'attuale borgata di Idice è sorta attorno al ponte sulla via Emilia e alla chiesa di S. Giacomo, ricordata già nell'XI secolo, che provvedeva alla manutenzione del vicino ospizio per pellegrini.
Le strutture murarie dell'ex S. Giacomo mostrano diverse tracce di un reimpiego disordinato di materiale romano rinvenuto sicuramente in loco: esagonette, mattoni di modulo romano e cubilia (blocchetti quadrati di pietra) da opus reticolatum (tecnica costruttiva con bòlocchetti disposti a formare reticolo). La chiesa, infatti, è sorta, ereditandone le funzioni, nel luogo di un'antica stazione di posta, lungo la via Emilia, riconoscibile col nome di Isex fl(umen), nel segmento IV della Tabula Peutingeriana, la copia medievale (Codex Vindobonensis 324) di una mappa stradale romana di IV sec. d.C.
L'importanza del sito, ubicato a sei miglia da Bononia e a quattro da Claterna, sarebbe stata determinata dal fatto che la località non solo coincideva con il deflusso del corso d'acqua in pianura, ma contrassegnava l'incrocio fra la via Emilia e un tracciato viario parallelo al fiume forse identificabile con una delle diramazioni della via Flaminia minore proveniente da Arezzo attraverso il crinale Centonara-Idice con capolinea a Bologna.
In effetti, a fianco della linea azzurra dell'Idice la mappa raffigura una linea rossa che - come è noto - rappresenta la rete viaria di carattere terrestre o fluviale mantenuta efficiente dallo stato romano. Il tracciato non si arresta ad Isex fl(umen), ma si immette in un analogo tracciato parallelo al Po, suggerendo che la prosecuzione di questo ramo della consolare Arretium-Bononia permettesse di raggiungere la zona padana.
Anche se il nucleo di Idice non doveva avere particolare importanza e consistenza insediativa e non si dispongono di informazioni sulla situazione di questa stazione di posta tra Tardoantico e Alto Medioevo, è evidente che la destinazione posteriore a luogo di ricovero, di ristoro e di cambio della cavalcatura non può che affondare le radici nelle sue stesse origini itinerarie romane.
Il successivo ospizio e chiesa di S. Giacomo svolsero la loro missione caritativa e di manutenzione dell'infrastruttura fino alle soppressioni napoleoniche agli inizi del XIX secolo. In seguito l'ospizio venne abbattuto, mentre l'edificio di culto, prima trasformato in oratorio privato e infine sconsacrato, oggi è divenuto una civile abitazione (civico attuale: via Emilia 383).