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Montebello doliarium

L’addensarsi di punti insediativi di età romana lungo la bassa valle dell’Idice era certamente favorito dalla viabilità transappenninica, imperniata su una delle diramazioni della Flaminia minore. Il tratto fra Pizzocalvo e Castel de Britti è interessato da numerosi affioramenti di materiale edilizio e ceramico, sintomo di un’occupazione abbastanza intensiva che dai pianori più elevati discende verso le pendici fluviali terrazzate sino alla quota del corso d’acqua.

È il versante sinistro della vallata a restituire le testimonianze più significative e, in alcuni casi, meglio indagate dal punto di vista funzionale. Disposti in sequenza e in affaccio al torrente, distante poche centinaia di metri, occupano terreni declivianti, ben soleggiati, interessati da numerose incisioni erosive che alternano ancor oggi zone ad uso agricolo e aree boscate: materiali sporadici a Ca’ delle Donne e Pozzo di Sotto, un lembo di pavimentazione in opus spicatum ancora in situ intercettato a Ca’ Poggio, indizio della probabile presenza di un complesso agricolo, l’impianto rustico di via Montebello.

Nel sito di Montebello, esteso su una superficie di circa 1200 metri quadrati, indagini preliminari (2001 e 2007) hanno evidenziato la pars fructuaria del complesso composta da una o più aree cortilizie e tre ambienti uno dei quali, destinato a doliarium, recava ancora infissa nel terreno la porzione basale di quattro grandi recipienti per la conservazione di derrate alimentari.

Non è casuale il fatto che proprio di fronte al pianoro sul quale il complesso sorgeva, sgorgava una sorgente, tuttora attiva e nota come “La Fontanina”. I materiali recuperati nell’insediamento ne collocano la vita fra iI sec. a.C. e il II/III sec. d.C. I probabili resti di sepolture sconvolte individuati nei terreni prospicienti il fiume e direttamente sottostanti al sito potrebbero riferirsi agli abitanti di quest’ultimo.