Giovanni Gozzadini (Bologna 1810-1887) rappresenta una delle figure di spicco dell’archeologia bolognese e il suo nome rimane indissolubilmente legato ad alcuni ritrovamenti che sono entrati a far parte di diritto della storia archeologica nazionale.
Discendente di una delle maggiori e più illustri famiglie della città, dopo studi giovanili a carattere storico e archeologico, in virtù del lignaggio egli riveste importanti cariche politiche ed anima, insieme alla fedele e intelligente compagna – la cugina Maria Teresa Serego Allighieri – uno dei circoli culturali più in vista, verso cui convergono letterati, artisti, patrioti.
La scoperta della necropoli di Caselle ne decreta l’ingresso ufficiale nel campo delle ricerche, ingresso in seguito al quale egli dà alle stampe alcune fondamentali pubblicazioni. Diviene anche Presidente della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna, istituita nel 1860, mentre la conoscenza con la famiglia Aria gli consente di intraprendere campagne di scavo nel grande centro etrusco di Marzabotto.
Altre cariche pubbliche si aggiungono in seguito, come la direzione del Museo Civico Archeologico, nato dalla fusione delle collezioni universitarie e comunali, e l'Ispettorato agli Scavi e Monumenti presso la Direzione Generale dei Musei e Scavi di Antichità.
Nel corso della sua lunga attività lascia numerosissime opere scientifiche, che danno conto della molteplicità di scoperte che si andavano effettuando in quegli anni cruciali a Bologna e nel territorio circostante.
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